True Emotional Taste of Tintilia del Molise. Autochthonous grape of Molise
UN PO' DI STORIA DEL VITIGNO
Il “Tintilia” è un vitigno autoctono molisano; introdotto probabilmente nella seconda metà del settecento, in piena dominazione borbonica, in virtù dei commerci tra il regno di Napoli e la Spagna, deriva il suo nome presumibilmente dall’etimo Tinto che in lingua iberica significa “rosso”, ed è infatti caratterizzato da un colore rosso scuro. Un tempo capillarmente diffuso nelle zone interne, ha perso importanza e diffusione a causa delle basse rese quando si è iniziato a privilegiare la quantità della produzione. Attualmente però, con la riscoperta delle sue caratteristiche qualitative, è oggetto di valorizzazione e sperimentazione. Sotto il profilo tecnico il Tintilia è un vitigno di media vigoria e produttività bassa, grappolo spargolo ed alato in alcuni cloni, di grandezza medio-piccolo con acini ovoidali, buccia pruinosa e consistente di colore nero-bluastro facile al distacco, sapore leggermente aromatico, raccolta tardiva. Il vino che ne deriva presenta colore rosso rubino intenso, al naso rivela sentori fruttati con note speziate evidenti, in bocca è caldo con tannini in evidenza. L’acidità è sostenuta, poiché il vitigno è coltivato a quote abbastanza elevate. Si sottolinea che, benché nel catalogo internazionale delle varietà la cultivar Tintilia sia riportata come sinonimo di Bovale Grande o Bovale Sardo, essa è risultata, dagli studi sul germoplasma condotti dal Dipartimento S.A.V.A. dell’Università del Molise, totalmente diversa dalle varietà in questione.
CANTINE SALVATORE PER IL TINTILIA
Cantine Salvatore è oggi tra i maggiori produttori di uve e vino Tintilia in Molise.
L’attenzione per il vigneto Tintilia e la vinificazione di queste uve è espressione di una precisa scelta aziendale di riscoperta, rispetto e valorizzazione del territorio molisano. Le sperimentazioni sul Tintilia in vigna e in cantina da parte di Cantine Salvatore hanno inizio già nel 1998.
In vigna sono state condotte varie prove sulle tecniche di potatura secca e verde, sulla gestione della chioma e della raccolta con particolare attenzione all’individuazione della modalità di raccolta (rigorosamente manuale per garantire l’integrità del grappolo) e dell’epoca di raccolta (attraverso diverse sperimentazioni effettuate di volta in volta anticipando e posticipando la raccolta). Dopo vari studi sui parametri pedoclimatici (analisi fisico/chimica dei suoli e dati meteorologici) sono state quindi individuate le modalità ottimali di gestione del vitigno nel terroir specifico, zona d’elezione per la coltivazione del Tintilia, dove è stato messo a dimora il vigneto. Lo studio delle interazioni esistenti tra terroir/vitigno/vino è infatti indispensabile per comprendere il comportamento del Tintilia ed esaltarne le sue potenzialità qualitative. Analoga attenzione è stata posta in cantina attraverso micro-vinificazioni specifiche volte a sperimentare diversi metodi di vinificazione e fermentazione con particolare attenzione al tipo di pressatura ed estrazione attraverso l’utilizzo di una pressa soffice con estrazione verticale del mosto per garantire l’integrità della buccia durante il processo.